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Riscaldamento Centralizzato: conviene?

05/12/2022 - Lifestyle

Hai deciso di acquistare casa in condominio ed è presente il riscaldamento centralizzato? Prima di storcere il naso è il caso di chiarirsi le idee sui vantaggi e svantaggi.

Il funzionamento del riscaldamento centralizzato, prevede la presenza di un’unica caldaia per tutto l’edificio, che serve tutti gli appartamenti attraverso le tubazioni per ogni immobile. Le caldaie del centralizzato sono generalmente più efficiente e meno inquinanti, rispetto a quelle del riscaldamento autonomo.

Fino a qualche anno fa, la gestione del riscaldamento centralizzato, era automatizzata, venivano infatti effettuate delle impostazioni in linea con le direttive dell’assemblea condominiale, oggi invece, è possibile godere di una discreta autonomia. Dal 2016 tutti gli impianti di riscaldamento centralizzato devono essere equipaggiati con valvole di contabilizzazione del calore, così da regolare la temperatura in casa, sulla base delle proprie esigenze. Accensione e spegnimento della caldaia sono standardizzati, per cui si può intervenire sui termosifoni in casa, solo durante il funzionamento dell’impianto.

Per quanto riguarda i costi, ovviamente il condominio riceve una bolletta del gas adeguata al reale consumo, al quale si aggiungono i costi involontari (manutenzione e gestione impianto), che vengono poi ripartiti tra i condomini, secondo le tabelle millesimali. Un modo per risparmiare, è quello di acquistare le valvole termostatiche, che permettono di regolare la temperatura dei termosifoni, evitando la massima potenza se non sei in casa, abbinandoli a dispositivi che misurano i consumi, così ogni appartamento paga solo ciò che effettivamente usa.

Il riscaldamento centralizzato, in quanto comune a più unità abitative, porta con sé alcune regole condominiali e delle precise regolamentazioni imposte dalla legge.

La prima regola è decisa a livello nazionale e determina la data di accensione dei termosifoni dei condomini italiani. La legge suddivide l’Italia in sei zone, assegnando a ogni zona, contraddistinta da una lettera, le relative date di accensione e di spegnimento. Queste zone tengono ovviamente conto delle condizioni climatiche delle regioni italiane, anche al fine di evitare sprechi energetici sul territorio nazionale. 

·                   Le zone più calde sono la A, la B e la C, che comprendono i comuni dell’Italia meridionale. Nelle zone A e B si può accendere il riscaldamento centralizzato solo a partire dal 1 dicembre, mentre nella C dal 15 novembre.

·                   Le zone D e E sono quelle dell’Italia centrale e settentrionale. Le fasce climatiche D ed E prevedono rispettivamente l'accensione al 1 novembre e al 15 ottobre

·                   La zona F, infine, è quella in cui rientrano le provincie di Belluno, di Cuneo e di Trento e gode di una regolamentazione a parte, in quanto in questa fascia climatica non sono previste limitazioni all’utilizzo degli impianti di riscaldamento.

La legge prevede la possibilità di distaccarsi dall’impianto centralizzato, optando per quello autonomo, purché vengano rispettate le norme condominiali. I condomini che decidono di distaccarsi, devono comunque continuare a pagare i costi involontari, in quanto si rimane a tutti gli effetti comproprietari dell’impianto, aspetto da non sottovalutare se si vuole staccarsi dal condominiale.

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